Questo recente post di Selvaggia Lucarelli su Facebook mi ha particolarmente interessato
“Amici albergatori, io due cose vi chiedo in ginocchio: la prima e’ che in bagno ci sia il phon e non una specie di tubo dell’aspirapolvere da cui esce l’alito di una trota morente. Ci sono hotel in cui sono arrivata, mi sono lavata i capelli, li ho asciugati e era l’ora del check out . La seconda e’ una Minchia di presa accanto al letto. Voi che piazzate le prese solo in bagno o davanti alla porta non sapete di quali tragedie ci rendete complici. Impedite L’allegro cazzeggio su whatsapp prima di dormire. Costringete ad alzarsi immediatamente quando suona la sveglia per impedire alle arpe di trapanarti il cervello, provocando shock irreversibili. Mi fate scrivere post come questo seduta sul bordo della vasca. E poi amici albergatori, una richiesta extra: un manuale di istruzione sullo spegnimento luci, vi scongiuro. E spegni l’interruttore accanto al comodino e s’accende l’abat jour dall’altra parte, spegni l’interruttore centrale e rimane acceso l’ingresso, spegni l’ingresso e s’accende San Siro. Aho’, io sono una donna semplice amici albergatori, venitemi incontro. Grazie.”
Con modalità dirette mette in evidenza tre aspetti fondamentali della customer experience nella camera d’hotel: avere un phon che si possa chiamare con questo nome, avere una presa di corrente vicino al letto, avere un sistema di spegnimento delle luci in camera facile. Non è molto.
Peccato che per chi gira tanti hotel per lavoro questi tre problemi siano assolutamente una costante.
Prendiamo la presa elettrica. Ormai a tutti ne servono almeno due: una per il cellulare e una per il PC, e possibilmente vicine tra loro, e possibilmente vicine al letto. E se sei in vacanza con la famiglia te ne servono almeno tre o quattro solo per ricaricare i cellulari.
Se poi ne trovi una anche con la USB, beh forse l’hotel si meriterebbe pure una bella recensione su Tripadvisor.
Cosa ci vuole a capirlo ? … anche questa è Customer Experience.